Non c’è innovazione, se non c’è cambiamento, l’innovazione non è solo acquistare della tecnologia, forse in alcuni casi ne abbiamo anche troppa, ma dobbiamo imparare ad usarla in modo efficiente ed efficace, avendo cura di quello che produciamo. Il digitale al contrario della carta non si conserva da solo.

Ho studiato all’Università di Bologna Lettera, appena laureata mi sono specializzata in Archivistica, paleografia e diplomatica, ho cominciato subito a lavorare come professionista nelle pubbliche amministrazioni, in particolare per sopperire alla mancanza cronica nelle dotazioni organiche di figure formate nell’ambito dell’archivistica. Ho lavorato nell’ambito archivistico su differenti fronti: scarto archivistico, riordino archivi, redazione di manuali di gestione, redazione di titolari di classificazioni. Nel 2004 con l’entrata in vigore del DPR 445/2000, la mia attività è cambiata, o meglio faceva l’ingresso negli archivi il documento digitale, è stato un cambiamento epocale. Le logiche che fino al quel momento avevano governato la sedimentazione dei documenti dovevano essere riviste, le amministrazioni dovevano essere riorganizzate, dovevano essere riportati alla luce ed evidenziate le funzionalità degli strumenti archivistici (titolario di classificazione) che fino ad allora erano lettera morta sugli scaffali. Il digitale è comodo, sembra facile ed è veloce, ma come rovescio della medaglia ha che devi porre in essere una serie di attività che fanno in modo che il documento prima si sedimenti, per poi essere inviato in conservazione digitale.

Nel corso del 2006 ho conseguito il Master di I livello “produzione, gestione e conservazione degli archivi digitali pubblici e privati”, presso l’università di Padova.

Dall’uscita in vigore delle Linee guida AGID la mia attività e la mia professionalità è stata anche richiesta da aziende private, mi sono resa conto che se la PA aveva bisogno di continui aiuti per affrontare il contorto universo digitale, aveva però al contempo una conoscenza di base degli strumenti che potevano utilizzare e delle competenze digitali che erano sedimentate nel tempo, attraverso innumerevoli percorsi formativi le aziende private al contrario no. Se con la PA ho iniziato a parlare di sistema di gestione documentale dal 2004, con le aziende private, è ancora tutto o quasi da costruire, perché non basta portare in conservazione le fatture, per essere a posto con la normativa, ma soprattutto per poter gestire i propri documenti garantendo non solo la oro conservazione digitale, ma anche la loro reperibilità nel tempo.

Nel corso del 2022 ho conseguito il Master di II livello in “Conservatore dei documenti digitali” presso l’Università della Calabria.