I primi risultati del nuovo Codice di condotta “rafforzato” sulla disinformazione si attendono per gli inizi del 2023. Il testo riflette gli orientamenti resi nel 2021 dalla Commissione europea e risulta essere ulteriormente corroborato dalle significative esperienze vissute durante lo scenario di crisi pandemica da Covid-19 e, più recentemente, da quello purtroppo attuale del conflitto Russo-Ucraino, per renderlo così maggiormente idoneo ad affrontare le nuove importanti sfide dell’ecosistema digitale.
L’Avv. Davide Maniscalco interviene sulle pagine della Rubrica Digital&Law di Key4Biz.it per illustrare nel dettaglio la nuova strategia di lotta alla disinformazione prevista dal Codice.
Una strategia di lungo termine
La lotta alla disinformazione è al centro della strategia europea, rispetto alla quale già il Codice di condotta originario e, a maggior ragione il nuovo Codice rafforzato, si porranno come strumenti funzionali alla lotta contro la disinformazione online, per una risposta rapida ed efficace anche agli scenari di crisi.
Il nuovo Codice ridurrà gli incentivi finanziari per la diffusione della disinformazione, da un lato e, dall’altro, sarà sostenuto dal Digital Services Act (DSA), con finalità deterrente per via delle pesanti sanzioni.
Chi sono gli attori in prima linea
I 34 firmatari del Codice rafforzato (tra i quali le principali piattaforme online, in particolare Meta, Google, Twitter, TikTok e Microsoft, oltre a una varietà di altri attori come piattaforme più piccole o specializzate) e società civile hanno lavorato sulla base di contenuti pionieristici ampiamente condivisi del primo Codice di condotta del 2018, introducendo nuovi impegni, più ampi e precisi, tanto per le piattaforme quanto per l’industria, al precipuo fine di creare le condizioni di un ambiente online più trasparente, sicuro e affidabile.
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