Il 9 dicembre il trilogo (Commissione, Consiglio e Parlamento europeo) ha finalmente raggiunto l’atteso accordo provvisorio sull’AI Act, il nuovo Regolamento sull’Intelligenza artificiale. Nonostante tutto, sembra trattarsi di un accordo “politico” che muove dalla necessità di (dover) stabilire delle regole volte a disciplinare sistemi di intelligenza artificiale.
Gli Avv. ti Andrea Lisi e Chiara Ponti, intervengono sulle pagine della Rubrica Digital&Law di Key4Biz.it per invitare a riflettere e a fermarsi in attesa di ulteriori sviluppi, senza assecondare l’istinto di dover commentare per primi ed inseguire i sempre più veloci tempi digitali.
AI Act: strada tracciata ma non conclusa
È importante tenere presente che la conclusione dei negoziati non significa affatto un’approvazione della legge e, di conseguenza, la sua entrata in vigore, prevista per l’estate 2024. Sebbene si parli di un accordo provvisorio che di fatto non rappresenta nulla di conclusivo, si tratta senz’altro di un buon punto di partenza ma che appare più come un’importante intesa politica raggiunta sul tema.
AI Act: “un bel tacer non fu mai scritto”
L’accordo raggiunto non fa che confermare quanto stiano correndo veloci gli attuali tempi digitali che portano la normativa ad un inseguimento frenetico e continuo, con il rischio di arrivare addirittura in ritardo. È quindi fondamentale frenare la corsa e fermarsi a riflettere, in attesa di ulteriori limature da parte della Commissione, proprio per rendersi conto che il pericolo reale non saranno affatto le intelligenze artificiali in grado di sostituirci, ma la probabile incapacità di fare, in futuro, qualcosa di vagamente intelligente.
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Copertina: Ph. Marcello Moscara