All’interno del nostro mondo sempre più interconnesso e digitalizzato, c’è una deriva verso un modello di libertà as-a-service. I diritti assumono nuove vesti e diventano sempre più oggetto di concessione, potenziati da automatismi a presidiarne i margini di riconoscimento e finanche di applicazione.

Valentina Fiorenza e Stefano Gazzella intervengono sulle pagine della Rubrica Digital&Law di Key4Biz.it per parlare del rapporto tra tecnologia e uomo, nel contesto governato da Stati sovrani e Big Tech che assecondano un approccio che allontana l’idea dei diritti naturali, avvalorando lo sviluppo di scenari di deformazione nella sostanza e nelle tutele.

La volontà del cittadino digitale

Fino a che punto si può infatti parlare di adesione volontaria all’interno di un sistema che è naturalmente caratterizzato da asimmetrie informative e squilibri di potere se non si applicano dei correttivi? Volendo guardare all’iconica tutela del consenso nell’ambito della protezione dei dati personali si incontra l’esigenza di una sua determinazione libera, informata, specifica come condizioni di validità.

Eppure, non sempre queste garanzie vengono rispettate.

Una realtà modellabile

La modellazione del mondo digitale che è o che altrimenti dovrà essere in assenza dell’integrazione di tutele riguardanti diritti e delle libertà fondamentali non può portare ad altro esito all’infuori della costruzione di una prigione dorata. Ampia ed apparentemente sconfinata come internet. Opulenta come il web. Eppure, sempre una prigione.

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Copertina: Ph. Marcello Moscara