Il Data Protection Officer è una professione relativamente “nuova”, introdotta nel nostro Paese dal Regolamento generale sulla protezione dei dati 2016/679 (GDPR), divenuta ormai indispensabile per la corretta governance di dati e informazioni di organizzazioni pubbliche e private. Avere un buon DPO, che magari si avvale di un efficace Team composto da professionisti validi, aiuta a gestire anche iter procedimentali complessi, delicati e approfonditi.

Ma non tutti i DPO sono uguali, capiamo perché.

Riconoscere un “buon DPO”

Riconoscere un buon Data Protection Officer (DPO) è ormai diventato un salto ad ostacoli, almeno per quelle realtà che si rendono conto della delicatezza di sviluppare una scelta davvero consapevole. Il DPO è una figura delicata e strategica che consente di manutenere procedure e modelli trasparenti e coerenti nella gestione di dati e informazioni e di sviluppare comportamenti corretti e dimostrabili verso i propri utenti. Se la scelta è azzeccata, il DPO diviene un complice essenziale per la corretta crescita dei processi aziendali, al contrario tale figura, in caso di designazione sbagliata, potrebbe tramutarsi in freno per qualsiasi progetto innovativo.

Il DPO deve avere un livello “necessario” di conoscenza 

Secondo il GDPR (si guardi in proposito il considerando 97) il titolare o il responsabile del trattamento dovrebbero essere assistiti da un professionista che abbia una conoscenza specialistica della normativa e delle pratiche in materia di protezione dei dati, per controllare l’effettivo rispetto interno del Regolamento. In linea con quanto sostenuto dal GDPR, esiste un livello “necessario” di conoscenza specialistica del DPO, che dovrebbe essere determinato in base ai trattamenti e alla protezione richiesta per i dati personali effettivamente trattati.

Se sei interessato alla figura del Data Protection Officer, non perdere il corso di formazione professionalizzante  organizzato da Digital&Law in collaborazione con Euroconference.

Un DPO “GDPR compliant” può essere realmente utile per l’ente pubblico o privato che l’ha designato non solo se “certifica” le sue competenze in maniera standardizzata, ma se dimostra di essere debitamente competente in relazione all’ambito di trattamento di pertinenza dell’organizzazione di riferimento e dunque aver conseguito un aggiornamento costante in materia. In questo possono indubbiamente contribuire il titolare e il responsabile del trattamento, che devono sostenere il proprio DPO (interno o esterno) nell’esecuzione dei suoi delicati compiti fornendogli le risorse necessarie anche per mantenere la propria conoscenza specialistica, aggiornandosi periodicamente.

L’importanza dell’aggiornamento professionale per il DPO

Per garantire al DPO il mantenimento della propria conoscenza specialistica secondo quanto previsto dall’obbligo di cui all’art. 38, paragrafo 2, del Regolamento Ue 2016/679, Digital&Law presenta il nuovo corso di aggiornamento professionale per Data Protection Officer, organizzato in collaborazione con Euroconference e con il patrocinio di ANORC Professioni.

Si tratta della terza edizione, totalmente rinnovata, che permetterà il confronto con i Docenti su esperienze concrete e questioni specifiche legate ai diversi aspetti del ruolo di DPO, con l’obiettivo di fornire istruzioni utili attraverso esempi e buone prassi.

Destinatari, struttura e programma

Il corso di aggiornamento si rivolge a tutti i professionisti, dipendenti o consulenti di un’organizzazione privata o della pubblica amministrazione, che svolgono il ruolo di DPO e che intendono aggiornarsi su tematiche specifiche relative allo svolgimento di tale funzionalità.

E’ strutturato in 3 moduli da 6 ore ciascuno e ogni modulo sarà svolto in una giornata, le cui lezioni si terranno in diretta streaming, a partire dal 4 aprile.

Per maggiori informazioni, consulta il programma completo:

Copertina: Ph. Marcello Moscara